Euristiche: soluzioni imperfette a problemi imperfetti

Immagina di essere un turista in una città che non conosci. Il tuo telefono è scarico e tra mezz’ora devi incontrare i tuoi amici vicino a una delle piazze principali della città. Ti guardi intorno alla ricerca di una persona a cui chiedere informazioni su come arrivare a destinazione. Intorno a te vedi:

  1. Un uomo sovrappeso sulla cinquantina, una maglietta colorata a maniche corte e pantaloncini corti (c’è bel tempo, ma non fa così caldo). Sulla testa ha un berretto con visiera e porta occhiali da sole. Ha con sé una macchina fotografica legata al collo. Cammina lentamente e si guarda spesso intorno.
  2. Un uomo sulla quarantina, vestito casual. Porta con sé una busta della spesa con la mano destra, mentre con la sinistra gioca con le chiavi. Il suo passo è regolare e, mentre cammina, guarda davanti a sé.

A chi chiederesti le indicazioni? Probabilmente al secondo. Perché? Perché hai appena usato un’euristica (in questo caso particolare l’euristica della rappresentatività).

 

Cosa sono e perchè servono?

Le euristiche sono scorciatoie mentali che ci permettono di prendere rapidamente decisioni e costruire giudizi in situazioni di incertezza.

In questo caso specifico, hai dovuto prendere una decisione (a chi chiedere informazioni) in base alle descrizioni che ti ho fornito. Da queste descrizioni hai cercato di estrapolare chi dei due personaggi avesse più probabilità di darti le indicazioni corrette per arrivare a destinazione e hai scelto il secondo, perché rispetto all’uomo sulla cinquantina, per te è più probabile che sia un residente. Nella tua testa hai probabilmente anche immaginato che il primo sia un turista, magari americano. Hai usato un’euristica.

Non possedendo le informazioni necessarie per prendere una decisione “razionale” (ad esempio, il luogo di residenza), hai dovuto prendere una decisione in fretta usando le uniche informazioni che avevi (la descrizione di come fossero vestiti e di come si comportassero). Hai sbagliato? Assolutamente no, o almeno non necessariamente.

A scuola siamo abituati a ricevere problemi da risolvere, ma per risolverli ci vengono date tutte le informazioni necessarie. Nel mondo reale, questo non accade quasi mai. Decisioni simili a quelle dell’esempio accadono tutti i giorni, più volte al giorno, ed è per questo che le euristiche ci tornano utili. Se non potessimo utilizzare queste scorciatoie, non potremmo prendere decisioni in situazioni di incertezza: ci comporteremmo come il programma di un computer che dà ‘errore’ o come un politicamente corretto in qualsiasi occasione sociale.

Le euristiche possono portare a commettere errori, ma è ciò che ci si può aspettare da una risposta imperfetta a un problema imperfetto (la soluzione perfetta a un problema imperfetto sarebbe probabilmente quella di non rispondere, no?).

 

Differenza tra bias ed euristiche

No, bias ed euristiche non sono sinonimi, anche se spesso vengono utilizzati come tali. La differenza è sottile e può essere utile conoscerla. I bias sono il risultato sistematico di un utilizzo improprio delle euristiche.

Nel nostro esempio, l’euristica consiste nel scegliere la descrizione che maggiormente rappresenta la nostra idea di come si veste e comporta un residente (o escludere la descrizione che ci richiama l’immagine del turista). Il bias, invece, sorge dal momento in cui usiamo l’euristica descritta in maniera sistematica (se porti una busta della spesa sei un residente). L’euristica è il processo mentale (imperfetto) attraverso cui prendiamo la decisione, il bias è il risultato che può derivare se usassimo sistematicamente questa scorciatoia mentale.

Nel loro articolo “Judgment under Uncertainty: Heuristics and Biases” (1974), Kahneman e Tversky, pionieri nella ricerca delle euristiche e dei bias, fanno un’analogia tra processi percettivi della vista e processi cognitivi, che spero chiarisca meglio la differenza tra questi due termini:

“…le distanze sono spesso sovrastimate quando la visibilità è scarsa perché i contorni degli oggetti sono sfocati. Al contrario, le distanze sono spesso sottostimate quando la visibilità è buona, poiché gli oggetti vengono visti chiaramente. Di conseguenza, affidarsi alla chiarezza come indicatore di distanza porta a bias comuni.”

In questa analogia, l’euristica consiste nell’utilizzare la chiarezza della visibilità di un oggetto per stimarne la distanza (minore chiarezza = più distante), il bias sarebbe il risultato derivante dall’utilizzo di questa scorciatoia. A parità di distanza, un oggetto ci potrà sembrare più o meno distante a seconda della chiarezza con cui lo vediamo (ed altri parametri che non ci interessano). Queste distorsioni sono i bias, e questi bias sono dovuti alla nostra euristica di utilizzare la chiarezza per stimare la distanza.

 

Tipologie di euristica

Nel loro articolo, Kahneman e Tversky, individuano tre euristiche principali:

1. Euristica della Rappresentatività: utilizzata per giudicare la probabilità che X appartenga a una determinata categoria Y basandoci su quanto sembra rappresentativo o simile a quella categoria.

“Vedi una persona con gli occhiali, che indossa un maglione e tiene in mano un libro. Potresti automaticamente pensare che sia un professore o uno studente, perché queste caratteristiche corrispondono allo stereotipo di chi lavora o studia in ambito accademico.”

2. Euristica della Disponibilità: utilizzata per valutare la probabilità o la frequenza di un evento X basandoci sulla facilità con cui esempi rilevanti ci vengono in mente. In altre parole, più ti è facile richiamare rapidamente un certo tipo di evento alla memoria, più tenderai a considerarlo maggiormente probabile di quanto non sia in realtà.

“Dopo aver cercato online notizie sui furti nella tua città, inizi a pensare che il rischio di subire un furto sia molto alto, anche se non c’è stato un reale aumento dei furti.”

3. Euristica dell’Ancoraggio e aggiustamento: quando facciamo delle stime, tendiamo a partire da un valore iniziale (l’ancora) che viene poi aggiustato per ottenere la risposta finale. In altre parole, valuteresti diversamente un prodotto X a seconda che questo ti venga venduto come scontato del 25% o del 50% perchè useresti il suo valore iniziale (non scontato) come punto di partenza su cui fare la valutazione. Guardiamo ad un altro esempio?

“Uno studio (Englich & Mussweiler, 2001) ha rilevato che, a parità del crimine commesso, i giudici esposti a una richiesta di condanna maggiore hanno emesso sentenze finali maggiori rispetto a quelli esposti a una richiesta di condanna minore.” 

 

Prendi e porta a casa

  1. Le euristiche sono scorciatoie mentali che ci aiutano a prendere decisioni rapidamente in situazioni di incertezza.
  2. Sono utili perché nel mondo reale spesso non abbiamo tutte le informazioni necessarie per prendere decisioni razionali.
  3. Possono portare ad errori (bias) quando le usiamo in modo improprio, sistematico e rigido.

 

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